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  • Immagine del redattorePsicologa Francesca Bordone

La relazione con i figli adolescenti



I complessi compiti di sviluppo che gli #adolescenti si trovano a dover affrontare li porta spesso a distanziarsi dai loro #genitori, sia fisicamente che emotivamente, ad essere più #reattivi, oppositivi, e/o a mettere dei “muri” che rendono difficile la #comunicazione e la #comprensione reciproca.

COME SI POSSONO COMPORTARE I GENITORI?

Un genitore si può sentire spiazzato di fronte ai nuovi comportamenti e atteggiamenti dei figli e non sapere che strada intraprendere: essere #accondiscendente e permissivo? Oppure più rigido e #autorevole?

Ecco tre suggerimenti per essere d’aiuto ai figli e per sostenere la #relazione con loro:

  • ACCOGLIENZA. La prima cosa è essere #accogliente e comprensivo nei confronti delle nuove manifestazioni emotive del figlio, farlo sentire capito, riconoscere i suoi #bisogni (“capisco che per te è importante questa cosa”), e che validare il modo in cui si sente (“è normale sentirsi così a volte/capita di provare emozioni così forti”).


  • SOSTENERE L’ESPLORAZIONE. È importante che il genitore rispetti e si sintonizzi con il bisogno dei figli adolescenti di #crescere, di esprimersi, di fare nuove #esperienze, di conoscere, di responsabilizzarsi e mettersi alla prova da soli, lasciandoli anche #sbagliare e provare a rialzarsi con le proprie forze. La naturale preoccupazione per loro non deve spingere ad essere #iperprotettivi, perché questo gli impedirà di acquisire gli strumenti fondamentali per affrontare tutte le prove di questa complessa fase di crescita.


  • LIMITI E CONFINI. Il genitore non deve mai dimenticarsi del #ruolo che riveste: non è e non può essere un amico, la relazione con il figlio non può essere una relazione paritaria. Per cui quando non è possibile assecondare il bisogno di esplorazione e libertà, occorre stabilire dei #limiti e fare in modo che questi vengano rispettati.

Questo è fondamentale perché il ragazzo possa sentire di avere sempre un punto di #riferimento solido sui cui contare, una figura adulta che lo lascia sperimentare, curiosare e scoprire, ma che allo stesso tempo traccia i #confini quando necessario.

L’assenza di limiti infatti lascia l’adolescente in un mare di libertà e #responsabilità che non è ancora in grado di gestire totalmente da solo e che lo può destabilizzare. Sta imparando a diventare grande, ad essere autonomo, e per #imparare ha ancora inevitabilmente bisogno di una figura adulta che gli permetta di farlo in sicurezza.

Gli adolescenti possono sembrare sicuri di se stessi e sfrontati, ma dietro questo atteggiamento spesso c’è ancora una grande #fragilità e un forte bisogno di conferme e rassicurazioni.

Il genitore quindi assume il ruolo di #guida che definisce i limiti e traccia i #confini entro cui l’adolescente si può muovere liberamente.

COME FAR RISPETTARE I LIMITI?

I limiti stabiliti non devono essere troppi, “pochi ma buoni”, ovvero solo per ciò che si ritiene #essenziale, in modo da trasmettere ai ragazzi il messaggio che quando possibile il genitore asseconda volentieri i loro bisogni, ma quando non lo fa è perché ha valide ragioni per non farlo.

È utile discutere di queste ragioni con i ragazzi stessi e #coinvolgerli nella definizione dei limiti in modo che si sentano #partecipi e non succubi di questo processo, che li porterebbe a reagire con maggiore rabbia e frustrazione.

Una volta stabiliti i limiti, è fondamentale che il genitore mantenga un atteggiamento #calmo ma #fermo e coerente rispetto ad essi. Anche se in un primo momento, di fronte alla negazione, l’adolescente può non accettare, arrabbiarsi od opporsi, la #coerenza del genitore rappresenterà per lui la #sicurezza di essere “con-tenuto”, ovvero di non essere solo in questo suo percorso di crescita, di non doversi addossare tutto subito sulle sue spalle, ma di avere sempre e comunque un punto fermo su cui fare affidamento.

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